giovedì 15 novembre 2007

Una giornata particolare

Sonypanch Caro Mario,

stamattina la sveglia ha suonato come al solito e come al solito io ho premuto il tasto sul telefonino in corrispondenza del Posponi o qualcosa del genere. Non ho mai letto bene quel che c’è scritto perché anche se ogni giorno compare quella dicitura, e di solito la faccio comparire e scomparire per una decina di volte, tutte quelle volte non ho mai la lucidità necessaria per leggere cosa diamine ci sia realmente scritto.

Dopo che ho premuto il primo posponi della giornata, ed essermi girata sull'altro lato, mi sono detta “che sonno.. oggi proprio.. non mi va” e allora mi sono fatta un po’ di forza (fisica), ho preso il telefonino e ho chiamato in ufficio: “oggi non posso venire.. ho una decina di case da vedere e un po’ di cose da risolvere, a domani”. Così ho ripreso a dormire beatamente. Ma avevo spinto quel coso simil-posponi e non Stop. Ergo dopo circa 8 minuti (mi sembra di aver impostato l’intervallo su 8 minuti, tempo addietro ma non ne sono certa) il telefonino a ripreso a farmi sentire la sigla di Zelig. In quel momento l’ho maledetto, ma pochi secondi dopo ho iniziato a pensare e convincermi che non potevo buttare così una giornata libera, che dormo sempre e quel giorno avrei dovuto godermelo stando sveglia.

Non mi riconoscevo in quello slancio di vitalità mattutina, ed ero contentissima di poterne approfittare in una giornata tutta per me. Ho chiamato la mia amica Michela, lei a lavoro c’era andata, e le ho chiesto se potevo passare da casa dei suoi e prendere in prestito il suo scooter: la giornata oggi era troppo bella per gironzolare in macchina. Wow, mi ha dato l’indirizzo e dopo una resettata e una accurata ma veloce scelta di comodi vestiti adatti alla giornata che mi attendeva, sono andata a impossessarmi del mezzo. Sono uscita con lo zainetto, come al solito pieno di penne di tutti i colori, il libello e un libro. Alla ricerca di un posto che mi ispirasse per leggere e bere qualcosa.

All'inizio ho pure pensato di di cercare un prato su cui stendermi, ma l'idea non era così felice. A parte che non c'erano prati, ma ci fossero pure stati.. faceva un freddo! Così ho preso a scorazzare per le vie della città antica in cerca del posto adatto per godermi una parte della mia giornata arbitrariamente libera.

Eccolo finalmente, un bar come lo volevo io: tavolini all'aperto, piante e alberi intorno a me e una stupenda visuale sulla parte bassa della città. Allora mi sono seduta e ho iniziato i miei rituali: ho poggiato il cellulare sul tavolino, ho tirato fuoi il mio libello e l'ho sistemato sotto il cellulare, ho preso il libro, la matita arancione e ho iniziato a leggere. Col mio cappottino verde e le foglie gialle che mi cadevano in testa e accanto.

Ho acceso una sigaretta e in quel frangente mi sono sentita osservata. Mi sono voltata e nel farlo ho scoperto di non essere più l'unica cliente del bar. Due ragazzi erano seduti al tavolino alle mie spalle a fare colazione, nel vedermi voltata uno di loro mi ha chiesto se lo facevo accendere mentre l'altro tipo ha guardato nelle mie mani e ha esclamato "Grande!". Allora anch'io ho guardato nelle mie mani e ho risposto "Ti piace Ascanio Celestini?"

Siamo stati a chiacchierare tutti e tre per una buona mezz'ora. Il più loquace dei due era il tipo che ha notato il libro. lavora in una libreria, non lontano da me, da dove lavoro io insomma... Quando se ne sono andati ho appuntato subito il nome della libreria sul mio libello, prima che la mia memoria accorciata e accartocciata premesse il tasto delete. E ho aggiunto a caratteri cubitali "ANDARE ASSOLUTAMENTE". Che sciocca, non so il suo nome, e lui non sa il mio, e ho anche omesso di far tatticamente scivolare il mio bigliettino da visita in una sua tasca.. Ma dove ho la testa? Meglio così, sono pur sempre una donna, un po' di dignità cribbio... anche se in libreria da lui dovrò andarci comunque IO!

Mi sono accesa un'altra sigaretta. E' a questo punto che una passante in bici, si è fermata, mi ha guardato e mi ha chiesto se gentilemnte potevo farla accendere. Ma che è oggi: sciopero cittadino del fuoco da accendino? Vabbè mica mi spiaceva farla accendere. Tanto più che la tipa ha anche appoggiato la sua bici sulle fioriere e s'è accasciata, sfatta, sulla sedia di fronte la mia: "Scusa, è tutto il giorno che faccio su e giù e con un solo pedale non è mica una passeggiata!"

Aveva gli occhi gialli la tipa, i capelli viola a caschetto, e faceva la decoratrice, l'artista. M'incuriosiva tanto quella ragazza, volevo tempestarla di domande per sapere tutto il sapibile su di lei. Amore a prima vista. Quando ero in procinto di iniziare il mio terzo grado ha preso a squillare il cellulare. L'ho cercato sopra il libello, dove l'avevo poggiato, ma non c'era. Ho sbirciato in giro, in basso, era lì a terra. Mi sono chinata per prenderlo e ho fatto per pigiare sul tasto con la cornetta verde, ma non ci sono riuscita. Le dita scivolavano goffamente sulla tastiera e non riuscivo a beccare il tasto giusto: 3, 2, #.. uff. E intanto il telefono continuava a squillare (ma che fine ha fatto la suoneria di Lupin? Chi l'ha cambiata?). Finchè non ho aperto gli occhi e ho premuto Stop.

Era davero tardi.
Mi sono alzata, lavata, vestita e sono andata di corsa a lavoro.

La tua PaZZa

5 commenti:

Anonimo ha detto...

Lacrimuccia.

Ora vo a lavoro.

Unknown ha detto...

Perchè lacrimuccia? Buon lavoro.. aihnoi!

Anonimo ha detto...

Lacrimuccia perché mi ha commossa sta cosa.

Però rettifico. Al lavoro io poi non ci sono andata.

Unknown ha detto...

non ti sarai sentita tirata in causaaaaaaaaaaaaaaaaaaa .nooooooooo

Hai fatto bene a non andare a lavoro, hai realizzato il mio sogno e per questo ti ringrazio!

Mario ha detto...

Ciaoooooo!!